Kresios In Telese terme

What a journey... when I reached the hare dish, I literally cried. I gave this experience to a dear friend of mine for his thirtieth birthday, and in the end, I decided to give it to myself as well. We expected it, and we found so much. All the staff in the dining room were extremely kind, and I appreciated the fact that they adjusted to our level: precise, but without the formality that often only creates detachment. At the end of the evening, we even ended up playing table football with them: they were so friendly! There were only two seats, so the dining room was all to ourselves. The experience itself was a revelation for me: there are flavors we are completely unaware of, and discovering them like this, one after the other, was astonishing. My favorite dish, as you may have guessed, was the hare. I can't say exactly what was in it or how it was cooked, but I remember closing my eyes and feeling the weight of the (lead-fired) gun, the wild smell, and the atmosphere of the forest. Eating it catapulted me into that fantasy, as if I myself had hunted that hare. It was metaphysical, and I'm not exaggerating. At that moment, a tear slid down my cheek. The rest of the experience was equally memorable, but that was the highlight. Sincere applause to everyone: you were magnificent, and I truly hope to share an experience with you again.

Excellent! A restaurant with great character!

Struttura che consiglio per chi vuole provare una cucina stellata e vivere anche un momento molto intimo in piacevole compagnia.

È sempre difficile arrivare a un giudizio definitivo in ristoranti di questa fascia. Difficile che possa piacere tutto, difficile che possa convincere tutto, difficile comprendere alcune scelte. Il finger food iniziale può essere un mood simpatico per iniziare ad approcciare le tendenze e le vocazioni dello chef, se non fosse che si finisce per perdersi e confondersi tra 101 sapori e profumi diversi, alcuni gradevoli, a tratti esplosivi, altri più anonimi e direi quasi inutili. Stesse sensazioni poi con le pietanze al piatto. Troppe portate. Ci si confonde e ci si dimentica quasi tutto. D’altronde è il ricordo che lascia a fare grande un ristorante. Sapidità a volte eccessive, come nella signature, lo spaghetto allo scoglio con bisque di oltre 50 pesci, in cui si esalta più la sapidità che il suo stesso concentrato di mare. Ma d’altronde sono scelte, discutibili o meno, come quella di prediligere in maniera energica il tocco francese trascurando invece quasi del tutto il territorio. Ai dolci poi si arriva ad un trionfo di vanità, puntando più sul “wow” delle giocose presentazioni che sulla sostanza sia della grande che piccola pasticceria. Insomma più bassi che alti, da un ristorante di questo calibro ci si sarebbe aspettato qualcosa in più (a voler essere generosi), magari con una maggiore sintesi, poiché come in tutte le cose, il troppo stroppia.