I happened upon this tavern by chance through a Google search, and the experience was quite disappointing. The choice of dishes was limited, which in itself was not a problem, but the description of the dishes, in my opinion, was unclear. Although the food was of decent quality, the portions seemed decidedly small in relation to the prices offered.
The most surprising aspect, on the negative side, was the service. Despite being the last occupied table inside the restaurant, and it being 10:10 pm, our request for an additional round of amari elicited a reaction of evident impatience from the waiter. I understand the desire to close, but since it was not an excessively late time, the attitude was quite inappropriate. At the next request, the waiter's snort confirmed a lack of professionalism that left us rather perplexed.
I definitely would not recommend it.
Elisa Lovadina
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21 Aprile 2025
6,0
Top experience. Kindness, excellent food with attention to detail, attention to the customer and historic location. We made an excellent discovery together with my partner, a place where we will definitely return. The revisited tiramisu is something you absolutely must try
Sara Mura
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02 Febbraio 2025
10,0
Sono stato invitato da un gruppo di amici, tutti pensionati come me, a partecipare a un pranzo in vista delle festività natalizie, occasione perfetta anche per festeggiare il compleanno di uno di loro. Da subito ho notato l'affiatamento del gruppo e, soprattutto, una notevole competenza in fatto di enogastronomia.
L'appuntamento è stato fissato in piazza Banchi, a pochi passi da un angolo nascosto di Genova: l'Ostaia di Banchi, un locale che era già in attività intorno al 1530 come commercio del vino che veniva qui stoccato in grandi botti, poi trasportate mediante una galleria sotterranea, ora non più esistente, al porto per l’imbarco sulle navi. Si tratta di un delizioso e raccolto locale che si trova in vico De Negri, proprio nei fondi di un elegante palazzo nobiliare , palazzo Ambrogio Di Negro al civico 2 di via San Luca, oggi sede della Fondazione Garrone e palazzo dei Rolli.
Il ristorante è piccolo ma molto gradevole. Non appena entriamo, ci accoglie una piccola sala, con la cucina a vista, separata da una vetrata che ci permette di osservare alcuni giovani cuochi impegnati nella preparazione dei piatti. L'arredamento è semplice ma ricco di carattere, con le pareti decorate da vecchie bilance e oggetti legati al commercio, un omaggio al passato di quel luogo, un tempo sede di attività mercantili.
Ad accoglierci con cortesia è uno dei giovani proprietari del locale, che ci fa accomodare nella saletta inferiore, dove la tavola è stata apparecchiata per il nostro gruppo di sette persone. La compagnia è calorosa e di grande competenza, e fin da subito l'atmosfera è stata piacevole e distesa.
La filosofia del locale e quella di rievocare nei piatti preparati, gli antichi sapori della cucina genovese, con qualche rivisitazione ed aggiornamento per renderli più attuali.
Il pranzo inizia con un cappon magro, piatto tradizionale davvero ben eseguito e presentato con cura. L'unico piccolo appunto riguarda la temperatura, leggermente troppo fredda per i miei gusti, ma ci siamo comunque lasciati conquistare senza aspettare che si scaldasse. Ad accompagnare l'antipasto, un Vermentino della Riviera di Ponente, fresco e beverino, che si è rivelato una scelta perfetta.
Quando ci è stato detto che nel menù c'era un piatto con la "testa in cassetta" come ingrediente, siamo stati curiosi di provarlo: un assaggio che ha soddisfatto pienamente le nostre aspettative, con sapori ben bilanciati che ci hanno lasciato in attesa con grande appetito del primo piatto.
Il primo piatto è stato linguine con gamberi e frutti di mare, davvero ottimi. La freschezza degli ingredienti si percepiva chiaramente, come se il mare fosse arrivato direttamente nel piatto.
Come secondo, abbiamo scelto un piatto a base di pesce, servito su un letto di crema di zucca con briciole di testa in cassetta fritte. Un abbinamento riuscitissimo, che ha esaltato sia la delicatezza del pesce che la dolcezza della zucca, creando una combinazione perfetta.
A completare il pasto, il pane fatto in casa, fragrante e saporito, che ha accompagnato alla perfezione ogni piatto.
Per concludere in dolcezza, i dessert a scelta fra tre proposte : millefoglie allo zabajone, biancomangiare alla panera e tiramisù con la prescinseua al posto del mascarpone, azzardato, ma riuscito, sono stati accompagnati da un Moscato d’Asti spumante dolce DOCG az. Agricola Patrone, che ha concluso in bellezza questa esperienza gastronomica davvero soddisfacente.
Il prezzo? Non è un ristorante economico, ma i costi sono adeguati alla materia prima usata e alla presentazione dei piatti, lo classificherei nella fascia di prezzo media .
Epicuro54
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04 Gennaio 2025
10,0