La Locanda dei Beccaria In Montù beccaria

Tornavamo da Parma per andare a Pavia a prendere le figlie e abbiamo avuto la fortuna di fermarci qui a pranzare. Ambiente bello e ben arredato,tavoli distanziati e ben apparecchiati,servizio veloce e gentilissimo,cucina di gran qualità. Che dire di più se non che all'occasione torneremo sicuramente. Consigliatissimo.

Pranzo di ferragosto prenotato in anticipo di una settimana sulla base del menù pubblicato sul sito che, rispetto a quanto proposto, differiva alla voce antipasto. Accoglienza un po’ impacciata da parte del personale che, malgrado il visibile impegno, pareva essere sempre un po’ disorientato e improvvisato. Appena fatti accomodare giungevano le bottiglie di acqua dopodiché per circa una trentina di minuti nessuno più si preoccupava del nostro tavolo. Finalmente si palesava una gentile signora che teneva a precisare che lei si sarebbe occupata solo del vino limitandosi a chiederci, una volta espressa la preferenza sul rosso, se volessimo una bonarda frizzante o un Pinot nero, optando per quest’ultimo (Calvi: buono) Ancora un’attesa di almeno un quarto d’ora e venivano serviti contestualmente l’aperitivo di benvenuto unitamente all’antipasto davvero striminzito composto da due fette di coppa (buona) e una fettina di faraona arrosto (non apprezzata). A seguire in modo abbastanza ravvicinato e a dispetto di quanto avvenuto precedentemente: piccola parmigiana (ottima), lasagnetta con gamberi (buona ma nulla più) e rostbeef dozzinale. Dessert “cubo” al cioccolato, una sorta di tortino al gusto di bunet con pesche di volpedo (due fettine trasparenti) più buono che bello dato che si presentava veramente male. Per concludere caffè senza alcun accompagnamento che in queste circostanze parrebbe d’obbligo (almeno il gesto). Per quel che riguarda il conto era sicuramente coerente con la ricorrenza e la concorrenza del territorio ma eccessivo se paragonato alla quantità delle pietanze servite ed alla qualità complessiva (anche del servizio). Reputo una mancanza non da poco il fatto che nessuno dei titolari si sia presentato alla fine del pasto come si confà a locali che dovrebbero distinguersi da quelli “classici dell’oltrepo” delegando alla giovane ragazza l’incombenza dell’incasso e dei saluti. Nessuno dei commensali, me incluso, l’ha ritenuto un “posto del buon ricordo”