Dina Ristorante In Gussago

I could not tell you what was more striking: the excellent and highly attentative service or the food which was simply amazing.

One of the rare chefs who dares to explore new universes.

My lunch was much more than a feast for the palate: an experience that stimulated deep reflections. I was struck by the Chef's statement that we should all have the opportunity to re-taste the dishes we liked least, because they are the ones we haven't actually understood yet. These words made me reflect on the value of taste and the culinary experience as a process of discovery, not just immediate pleasure. It is an invitation to never stop at the first impression, but to open up to the complexity of flavors, to grasp their deepest essence. An experience that goes beyond food, an opportunity for growth and understanding. I can't wait to return to discover even more.

Benedetta nonna Dina che in qualche modo ha condizionato Alberto Gipponi a mollare o almeno ad affiancare alla chitarra la cucina. Ieri abbiamo vissuto una esperienza rara forse anche per il fatto che il sabato a pranzo il locale non era affollato. Quella di avere il cuoco che ti racconta non solo il piatto (questo succede fortunatamente spesso) ma la sua filosofia. E, chitarra elettrica alla mano (non attaccata all’ampli) ti spiega che un accordo può suonare facile ma un accordo di diminuita o anche un disaccordo può diventare interessante se uno ci entra dentro. Abbiamo provato il menu da 7 portate e, filosofia a parte, abbiamo mangiato benissimo. Non saprei indicare quale piatto e’ stato il mio preferito. Sicuramente sul podio finocchio e aglio, la pasta con le polpette e lo strepitoso soufflé alla barbabietola. Io poi in genere non amo il dolce…. Alberto ci ha detto che sta pensando a una formula di abbonamento per i clienti che desiderano provare più volte la sua cucina e la sua filosofia. Mi sa che mi abbono.

I really enjoyed it. The cuisine is based on Brescian and French influences, but chef Alberto Gipponi has reworked it in a personal and original way. They offer two set menus, one with four courses and one with seven. I chose the four-course one and was full. I ate very well, the service was attentive and friendly (also thanks to the fact that there are only six or seven tables in the restaurant), and the chef entertained us thoroughly, explaining his philosophy on food. It's not for everyone's budget (expect at least €100 per person), but the price is proportionate to what you get. It has a Gambero Rosso Three Forks award (an award held by only about fifty restaurants in Italy), but no Michelin stars. I hope they fix this soon. Given the chef's dedication and passion, a Michelin star would be well deserved.

Choosing to go to Dina was a culinary experience that went beyond just dinner. From the entrance you could sense a welcoming atmosphere, but nothing was as refined as the cellar where we had dinner. The service was impeccable, with attentive and trained staff. The true undisputed protagonist was chef Alberto Gipponi, whose profound knowledge of the subject is reflected in each of his dishes and in the explanations that accompany the service. Absolutely worth eating are the cannelloni in the air, the white on white and the red turnip soufflé: icons that fully identify the creativity and innovation of sensorial cuisine. The only thing we didn't understand is: how can a restaurant of this stature not yet have received the starred recognition (considering the whole, the correct number would be two)? I highly recommend it! We'll be back.

Siamo stati in questo ristorante due volte tra dicembre e marzo. Entrambe le esperienze di altissimo livello. Piatti che vanno sempre in cerca di qualcosa e che quasi sempre riescono a trovare. Sensazioni di masticazione, cotture, colori. Della prima cena ricordo in particolare due primi piatti. I casoncelli, classici e confortevoli e la pasta fredda con mandorle amare, sale e limone che rappresentava l'esatto opposto e che io ho apprezzato molto. L'altra sera invece siamo stati coinvolti dallo chef nella scelta di un ingrediente aggiuntivo per l'amuse bouche. Un sale indiano dal sapore di uovo che andava a completare un assaggio di agretti "mantecati". Molto interessante. Se devo scegliere due piatti di questo menù degustazione, direi il finocchio dall'esasperata nota acida (aceto ?), accompagnato da una bechamell e da lamelle di aglio. Crudo ! Coraggioso e buonissimo. E poi i paccheri con polpette in cui si esaltava la cottura della pasta e le polpette, della consistenza di nuvola, secondo me avevano avuto una marinatura di quelle che si fanno con la cacciagione. Insomma, tanto estro, coraggio, ma anche simpatia e, ovviamente, bravura da parte di questo chef sognatore. Mi auguro che rimanga sempre così. Tutto bene anche nel servizio, in cui interpreti sono capaci di creare un bell'ambiente casual, ma elegante. I pezzi sono sul sito. Ciao.

Definitely positive experience, beyond the unquestionably excellent cuisine. We were even more impressed by the experience, the story behind the dish and the possibility of talking together. Really compliments.

Chef, staff and the oval fantastic! Maestro Gipponi is always a guarantee!

Ahamed is professional, helpful, good at his job but above all nice. Well done Ahamed!!