Cena Al buio, oltre le paure.
“Ci abituiamo al buio” è l’invito della poesia di Emily Dickinson: perché al buio vengono meno tante finzioni e maschere sociali. Non hai più schemi, etichette e ruoli che spesso ci limitano e proteggono senza un perché….!
Il mio Grazie all’Istituto dei Ciechi di Milano: un salto incredibile nella profondità dell’essere uomo e delle potenzialità delle relazioni.
In una società sempre più di corsa (verso dove e verso chi spesso non è noto…) e sempre meno solidale in cui ci sentiamo estranei nella stessa abitazione, nello stesso bus, nello stesso bar…Ecco la Svolta che ti sorprende: al buio si è come nel mare aperto…hai paura e torni quasi bambino.
Proprio per questo nell’oscurità le persone si cercano, si ascoltano, si sentono a 360 gradi: nuove relazioni – profonde e imprevedibili - di condivisione della diversità e delle proprie paure.
Ti senti un poco cambiato e con una ricchezza di emozioni, sensibilità e rispetto per l’altro che ti sorprende!
Ho fatto un aperitivo al buio ed è stata una esperienza meravigliosa di condivisione e di solidarietà. Al buio non vi sono ruoli, immagini, etichette. Sei solo con te stesso e vicino con il cuore all’altro. Due estranei che in metropolitana non si sfiorerebbero, qui, nel mondo buio e misterioso, si cercano, si toccano, si annusano, si ascoltano, creano una immaginifica fratellanza fondata sulla condivisione della diversità e delle proprie paure.
Una esperienza profonda e sensoriale che si deve almeno una volta provare per uscirne più ricchi di emozioni e di umanità.