12/04/2025: Dopo circa un anno e mezzo dalla visita precedente, oggi sono tornato qui a pranzo, sempre insieme a mia moglie, a nostro nipote quattordicenne e a nostra nuora.
Come la volta precedente è volutamente limitato il menù: alcuni antipasti, solo risotti, nessun secondo e quattro tipi di dessert.
Abbiamo condiviso un tagliere di prosciutto Pata Negra e misticanza e uno di affettati e formaggi misti, entrambi accompagnati da gnocchi fritti.
Poi un risotto alla carbonara, uno al Barolo con salsiccia piemontese di manzo cruda, uno al Castelmagno e nocciole al profumo di tartufo e uno al taleggio, scorza di arancia grattugiata e vaniglia.
Per finire due panne cotte (una ai frutti di bosco e una ai pistacchi) e una fetta tiepida di strudel di mele con panna montata.
Da bere una bottiglietta di birra tedesca, due bottiglie di acqua minerale (imbottigliata, non microfiltrata) e due bottigliette di coca.
Tutto veramente ottimo, servizio cortese. Compresi due caffè, di cui uno deca, abbiamo speso 149 Euro, veramente spesi bene.
Sicuramente torneremo prima che passi ancora tanto tempo!
02/03/2025: Preambolo. Mi scuso per l’ennesima recensione ma non riesco ad evitare.
Svolgimento. Nuovo menù come (quasi) ad ogni cambio di stagione.
Cambia la brigata, il vecchio (per anzianità mica per anagrafe) direttore d’orchestra avrà bisogno di tempo per accordare ogni particulare, per assemblare correttamente nuove particolarità e nuove singolarità. Per ora…l’insieme è ottimo come sempre, il suono finale è già un bel punto d’arrivo.
Dico solo di due inserimenti che ho provato.
Il piemunteis è tutt’altro che falso e curteis. Sabaudo, si, ma per pudore, mitezza, signorilità. Mi aveva attratto l’idea del risoelatte e avevo paura della delusione (comfort food della mia infanzia) e della stucchevolezza. Invece, chapeau. Il riso e latte è uno sfondo preciso ma non invasivo, accogliente e disponibile; il brasato al cioccolato è davvero deciso ma sabaudo, un carattere forte con un approccio discreto e cortesemente accattivante.
Da provare, anche per chi non sopporta i dolci di riso o per chi ha codificato l’inutilità del cacao, dalle tagliatelle al cinghiale.
Il bischero non è una bischerata ma una genialata. Certo, con l’arroganza dello zenzero e del limone. Certo, con la ruvida schiettezza del cavolo nero. Ma con il risultato d’insieme che esalta il gusto, che fa capire didatticamente la differenza tra sinfonia e accrocchio.