Torre del Saracino In Vico equense

9,3

Basado en 3.835 opiniones encontradas en 8 webs


8.7
9.5
9.0
9.4

tend

1
Di 104
in Vico equense
1
Di 6
di cucina Altre cucine in Vico equense

Gestione recensioni

Posto incredibilmente carico di emozioni...
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28 Novembre 2023
10,0
Location spettacolare, la torre saracena dove si viene accolti è un luogo incantevole e di grande impatto Servizio eccellente premuroso empatico senza mai essere pressante Carta dei vini rara per profondità di annate e varietà con ricarichi purtroppo consoni alla indiscutibile qualità Il percorso di abbinamento vino consigliato dal simpatico e estremamente competente sommelier è stato perfetto per il percorso di 8 portate scelto da noi con un gradito extra rosso di eccellente qualità Piatti da due stelle e almeno 4 (ostrica marmellata di kiwi zenzero, minestra di pasta e pesci di scoglio, zuppa di ceci e troppe di baccalà, pescato del giorno in varie consistenze con broccolo e bieta) anche da tre stelle Considerato il livello e augurando a tutto lo staff e allo chef ( molto alla mano anche verso clienti nuovi come noi) di raggiungere le tre stelle muovo solo due appunti Dolci non all' altezza del resto del menù solo buoni non eccelsi Inoltre aperitivo offerto nella torre e poi conteggiato a parte nel conto è una veniale caduta di stile (meglio maggiorare il menù comprendendolo) Conto in linea con il livello della cena Nel complesso esperienza culinaria consigliatissima
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12 Novembre 2023
8,0
Bonne adresse culinaire. Emplacement très agréable avec vue sur le Vésuve. Ma compagne et moi avons pris le menu dégustation en 8 services (les choix des plats sont du Chef). Dans l'ensemble, le repas fut très bon mais certains choix laissent dubitatifs. La première entrée à la betterave ne séduit pas (on a trop le côté terreux et le plat dans l'ensemble n'est pas assez relevé). Autre réserve: le minestrone de pâtes qui fait plus penser à un plat qu'on servirait à un enfant plutôt qu'à un plat 2 étoiles. Nous n'avons pas compris. Enfin, le service était aux petits soins, mais également TROP rapide. On aurait aimé pouvoir prendre notre temps entre chaque plat. Au final, on a plus affaire à un solide restaurant 1 étoile qu'à un restaurant 2 étoiles.
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04 Novembre 2023
8,0
Hervorragendes 8-Gänge-Menu genossen. Jeder Teil war köstlich. Service war sehr freundlich und bemüht. Es ist den Preis auf jeden Fall wert. Kommen wir wieder nach Vico Equense, dann ist ein erneuter Besuch Pflicht.
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29 Ottobre 2023
10,0
Essendo questa la mia prima volta, abbiamo optato per un percorso di degustazione da 11 portate al quale io ho voluto abbinare anche la ciliegina sulla torta rappresentata dall’abbinamento vini: 11 portate, 11 vini e lo dico subito: il miglior paring mai fatto in vita mia! Cosa ti da’ lo chef? Ti dà il territorio, ti dà il mare, la Campania: una ricciola con crema di melanzane alla scapece, che mi è stata abbinata ad un vino del Douro di Wine & Soul, un Guru del 2021 pazzesco; ma non finisce mica qui: eccoti l’anguilla del lago Fusaro con fagiolini, cetriolini, cremoso all’arancia e dragoncello che mi è stato servito con un capolavoro valdostano del produttore forse più rinomato della regione, Les Cretes qui con il loro Neige D’Or, un uvaggio di Petit Arvine e Pinot Gris dove il quest’ultiva uva era perfettamente riconoscibile seppure in percentuale inferiore, ma capace di dare struttura e rotondita alla bevuta. Ti dà la semplicità della materia prima elevandola a piatto gourmet: un finocchio sfumato al vino bianco con burro di nocciola, tartufo e caviale. Mi spiego? No? Allora ecco un cipollotto nocerino con spuma di papacelle e crusco croccante! Poi se il sommelier me lo abbina ad un Contini Antico Gregori del 1979 la cosa diventa illegale sotto tutti i punti di vista! Questo è stato l’abbinamento più pazzesco che abbia mai provato. Il vino era assolutamente una salsa d’accompagnamento al piatto. Un capolavoro di questo produttore che ha creato questo vino “perpetuo” partendo da una Vernaccia del 1979 a cui vengono aggiunte anno dopo anno delle Vernacce più giovani. Un vino “fortificato” che tira fuori dei sentori di noce davvero intensi, ma lievi e soffici: una carezza, un capolavoro. Ti offre dei dipinti serviti in un piatto, come il risotto acquarello mantecato al pesto di basilico con pesce bandiera, oppure un’insalata di granseola su cous cous di grano saraceno e estratto di granseola stessa a completare, anzi, a completare ci pensa il calice di Sauvignon Blanc in purezza di Markus Prackwieser, che con il Reinassance 2018, 12 mesi in legno, ha estratto il meglio del territorio trentino! Ti dà la gentilezza, la delicatezza, la fatica e la storia di questa regione, ti racconta un percorso di vita vissuto, tramandato, ti racconta che in Campania c’è un piatto di recupero che veniva preparato con tutte le tipologie di pasta usate, ma non finite, durante i vari giorni e che non venivano buttate, ma venivano assemblate e riproposte in zuppe di vario tipo e lo chef questa sera ha usato più di 15 tipologie di pasta diverse nobilitandole con del pesce di scoglio. Ma dato che noblesse oblige, si va in Francia con l’unico vino che davvero io invidio loro perchè raramente l’ho trovato in Italia ai loro livelli uno Chardonnay di Borgogna 2019 del Domain Michelot, Les Narvaux. Ma la narrazione continua verso la più radicata delle tradizioni culinarie italiane: degli ingredienti non si butta niente! Ed ecco quindi la gallinella di mare in tutto il suo splendore: guancia (io vado matto per la guancia!), pancia e filetto e salsa di cozze con bisque del pescato stesso; oppure l’agnello nella sua interezza: filetto, pancia e bon bon delle parti meno nobili…meno nobili? Allora eccoti il tartufo bianco a completare e poi riparliamone se sono ancora meno nobili! Non è sufficiente? Ci pensa il sommelier che dal cilindro del mago tira fuori un Sassicaia 1999. Ho voluto elencare una buona parte dei piatti e dei vini, ma l’elenco è ancora incompleto, ma non vorrei tediare oltre…però non posso tacere l’Ornus, un Petit Manseng in purezza del 2011 di Ornellaia che ha chiuso la cena accompagnando i dolci e la petit patisserie. Grazie chef anche per essersi fermato a scambiare qualche battuta con noi alla fine della cena. L’attesa di mesi e i sacrifici per potersi permettere questa esperienza sono stati pienamente ripagati, è bello averla conosciuta ed è bello essere entrati a casa sua e gustare la sua storia.
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15 Ottobre 2023
10,0
Esperienza fantastica, tutto è stato eccezionale, curato nei minimi dettagli, dalla gentilezza e professionalità del personale, ai piatti, con ingredienti di primissima qualità, cottura sempre perfetta, presentazione ineccepibile. Non c'è stato nulla che non ci sia piaciuto, abbiamo pranzato sul patio esterno con vista sul mare, assolutamente da ripetere.
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11 Ottobre 2023
10,0
Chef Gennaro Esposito in his early days now leading one of Italy best restaurants.
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30 Settembre 2023
10,0
Servizio impeccabile, Anna e Gianni sono stati preziosissimi e davvero professionali, riservandoci una umanità unica. Abbiamo cenato qui per il compleanno del mio compagno e si sono spesi per rendere l'esperienza possibile ed indimenticabile. Nulla da dire sul cibo, ci siamo affidati a lo chef per un menù degustazione, potendo comunque esperimere alcune preferenze che sono state esaudite puntualmente. Il cibo sorprendente, emozionate e davvero ci ha lasciato un ricordo unico. Grazie per averci emozionati così e per l'accoglienza.
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29 Settembre 2023
10,0
Quella vissuta ieri è stata un’esperienza magica sotto ogni punto di vista. La magia è qualcosa che trascende il razionale, il consueto, che ti stupisce, ti sorprende e ti spiazza. Questa è l’essenza della serata passata insieme alla mia compagna nel locale dello chef Gennaro Esposito. Prenotato il tavolo nel lontano febbraio, abbiamo sognato questo momento per settimane e quando il fatidico giorno è arrivato, ieri 11 agosto, eravamo talmente cariche e le aspettative erano talmente alte che il rischio di rimanere delusi poteva essere dietro l’angolo! Nulla di ciò è accaduto, ma anzi, siamo andati ben oltre all’immaginario ed è qui che inizia la magia. Appena arrivati abbiamo trovato il nostro posto riservato nel parcheggio dove abbiamo potuto comodamente ricaricare la mia auto elettrica durante la cena: servizio fantastico e che auspico diventi uno standard per un certo tipo di ristorazione. Abbiamo fatto due passi davanti al ristorante e guardando su verso la torre abbiamo visto una stupenda sala con pochissimi tavoli di cui uno ad angolo che offriva un panorama da pelle d’oca sul golfo di Napoli al tramonto e io comincio a dire: “pensa che roba se potessimo cenare in quel tavolo….però sarà sicuramente riservato per un ospite speciale perchè è davvero splendido”. Ed in effetti era proprio assegnato ad ospiti speciali: NOI!! Primo coniglio estratto dal cilindro! Incredibile, ma vero: davanti a noi il tramonto sul golfo, il sole che piano piano scende sul mare mentre un flut di champagne brut di Palmer’s, uvaggio delle tre varietà consentite dal disciplinare, ci veniva portato in tavola ad accompagnare tutta una serie di amuse-bouche che meriterebbero solo queste un capitolo a parte. Iconici. Essendo questa la mia prima volta, già per la mia compagna è la seconda esperienza in quanto, altra magia, è successo che all’improvviso l’azienda per cui lavora ha organizzato un pranzo coi clienti a giugno proprio alla Torre del Saracino!, dunque essendo la mia prima volta abbiamo optato per un percorso di degustazione da 11 portate al quale io ho voluto abbinare anche la ciliegina sulla torta rappresentata dall’abbinamento vini: 11 portate, 11 vini! Questa è una scelta, parlo del percorso degustazione, che facciamo spesso, ogni qualvolta ci concediamo una cena in ristoranti di questo livello, perchè crediamo che sia un po’ il biglietto da visita per poter conoscere la filosofia, le tecniche e l’impronta dello chef. Questo poi apre la possibilità di un’altra esperienza che sarà invece alla carta…ma questa sarà un’altra storia! Per quanto riguarda invce l’abbinamento dei calici, ho deciso di farlo perchè il sommelier del ristorante è decisamente una persona che mi ha ispirato gran fiducia e competenza prima ancora di poterlo sperimentare dal vivo. Ecco, voglio dire subito che, anche in questo caso, non solo l’aspettativa è stata ripagata in pieno, ma mi sono trovato di fronte al miglior percorso di pairing vino/cibo mai provato in diversi anni e in diversi ristoranti provati. Ero come un bambino felice in un parco divertimenti. Il sommelier ha ascoltato, parlato, capito, suggerito, intuito e elaborato le informazioni trasformandole in una proposta di calici per nulla scontata, audace e assolutamente perfetta con chicche che ho trovato commoventi. Anche la mia compagna, pur non avendo seguito un pairing completo, è stata seguita passo passo dal sommelier che l’ha comunque assistita nella scelta di 3 calici diversi. Cosa ti da’ lo chef? Ti dà il territorio, ti dà il mare, la Campania: una ricciola con crema di melanzane alla scapece, che mi è stata abbinata ad un vino del Douro di Wine & Soul, un Guru del 2021 pazzesco; ma non finisce mica qui: eccoti l’anguilla del lago Fusaro con fagiolini, cetriolini, cremoso all’arancia e dragoncello che mi è stato servito con un capolavoro valdostano del produttore forse più rinomato della regione, Les Cretes qui con il loro Neige D’Or, un uvaggio di Petit Arvine e Pinot Gris dove il quest’ultiva uva era perfettamente riconoscibile seppure in percentuale inferiore, ma capace di dare struttura e rotondita alla bevuta. Ti dà la semplicità della materia prima elevandola a piatto gourmet: un finocchio sfumato al vino bianco con burro di nocciola, tartufo e caviale. Mi spiego? No? Allora ecco un cipollotto nocerino con spuma di papacelle e crusco croccante! Poi se il sommelier me lo abbina ad un Contini Antico Gregori del 1979 la cosa diventa illegale sotto tutti i punti di vista! Questo è stato l’abbinamento più pazzesco che abbia mai provato. Il vino era assolutamente una salsa d’accompagnamento al piatto. Un capolavoro di questo produttore che ha creato questo vino “perpetuo” partendo da una Vernaccia del 1979 a cui vengono aggiunte anno dopo anno delle Vernacce più giovani. Un vino “fortificato” che tira fuori dei sentori di noce davvero intensi, ma lievi e soffici: una carezza, un capolavoro. Ti offre dei dipinti serviti in un piatto, come il risotto acquarello mantecato al pesto di basilico con pesce bandiera, oppure un’insalata di granseola su cous cous di grano saraceno e estratto di granseola stessa a completare, anzi, a completare ci pensa il calice di Sauvignon Blanc in purezza di Markus Prackwieser, che con il Reinassance 2018, 12 mesi in legno, ha estratto il meglio del territorio trentino! Ti dà la gentilezza, la delicatezza, la fatica e la storia di questa regione, ti racconta un percorso di vita vissuto, tramandato, ti racconta che in Campania c’è un piatto di recupero che veniva preparato con tutte le tipologie di pasta usate, ma non finite, durante i vari giorni e che non venivano buttate, ma venivano assemblate e ripropostie in zuppe di vario tipo e lo chef questa sera ha usato più di 15 tipologie di pasta diverse nobilitandole con del pesce di scoglio. Ma dato che noblesse oblige, si va in Francia con l’unico vino che davvero io invidio loro perchè raramente l’ho trovato in Italia ai loro livelli Chardonnay di Borgogna 2019 del Domain Michelot, Les Narvaux. Ma la narrazione continua verso la più radicata delle tradizioni culinarie italiane: degli ingredienti non si butta niente! Ed ecco quindi la gallinella di mare in tutto il suo splendore: guancia (io vado matto per la guancia!), pancia e filetto e salsa di cozze con bisque del pescato stesso; oppure l’agnello nella sua interezza: filetto, pancia e bon bon delle parti meno nobili…meno nobili? Allora eccoti il tartufo bianco a completare e poi riparliamone se sono ancora meno nobili! Non è sufficiente? Ci pensa il sommelier che dal cilindro del mago tira fuori un Sassicaia 1999. Sì avete letto bene. Io non credevo ai miei occhi…ma non c’era trucco, solo magia! Ho voluto elencare una buona parte dei piatti e dei vini, ma l’elenco è ancora incompleto, ma non vorrei tediare oltre…però non posso tacere l’Ornus, un Petit Manseng in purezza del 2011 di Ornellaia che ha chiuso la cena accompagnando i dolci e la petit patisserie. Ci sarebbe da scrivere un capitolo a parte sul servizio che dire professionale è banale. Il giusto mix di cordialità, affabilità, leggerezza e serietà estrema nel rendere questo momento, un momento unico ed indimenticabile. Grazie chef anche per essersi fermato a scambiare qualche battuta con noi alla fine della cena. L’attesa di mesi e i sacrifici per potersi permettere questa esperienza sono stati pienamente ripagati, è bello averla conosciuta ed è bello essere entrati a casa sua e gustare la sua storia.
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12 Agosto 2023
10,0
Per un occasione speciale abbiamo scelto un ristorante veramente eccezionale. Subito siamo stati accolti in maniera calorosa. Ci hanno offerto un nell’aperitivo di benvenuto e poi accompagnati nella sala ristorante con tavolo vista mare. Il menù di otto portate con abbinamento vini è stato un percorso culinario di alto livello. Abbiamo avuto anche il piacere di visitare le cucine e fare la conoscenza dello chef Gennaro Esposito.
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18 Giugno 2023
10,0

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