Locale cui deve nome e fama a quello precedente sito per decine d’anni in via Broccaindosso , noto e apprezzato da tutti, grandi e piccini, esperti gastronomi bolognesi ed internazionali. Dalle connotazioni tipiche del bistrot di classe parigino, tinte noir con specchi decorativi intercalati da coerente grafica artistica: un melange di déjà vu, art deco, accogliente e di fascino, dove ci si sentiva a casa con una marcia culinaria in più….l’unica caratteristica, ahimé rimasta, quest’ultima, indiscussa e superlativa dello chef che ha creato e perpetrato il piacere di ritrovarsi, allora, attorno a un piccolo tavolo, intimo e a stretto gomito con altri gaudenti commensali che apprezzavano, spesso con cognizione di causa e competenze eno-gastronomiche e culinarie, l’ambiente in una perfetta simbiosi e fusione con la creatività dolce, calda e mai stravolgente della cucina, rivisitata con arte e savoir faire dalle origini lucane al trapianto bolognese attraverso il Mondo e il Giappone in particolare.
Nuovo locale, "agli Orti", nato per dare spazio, d’estate col suo bel giardino dentro le mura cittadine, a un secondo accogliente e piacevole ambiente gastronomico all’aperto dove si cservivano piatti, preparati sostanzialmente nella cucina del locale principale, al fresco e ampio respiro estivo sul prato del giardino - accogliente e privato di uno speciale dehors, distaccato dalla sede principale ma ad esso intimamente connesso con un evidente e succulento filo gastro-ombelicale, ben curato e dove erano posti tavoli sull'erba ben distanziati ma altrettanto accoglienti e confortevoli che riuscivano a creare la stessa suadente, ammaliante e coinvolgente inebriante atmosfera.
Amara sorpresa nell'impatto con l’ambiente, l’accoglienza, lo spirito del nuovo locale sorto in sostituzione di quello storico, ahimé chiuso e perso, all’interno di quell'edifico che ospitava il locale estivo, all’aria aperta. Un vecchio palazzo anche dall'esterno anonimo, con ingresso semi-nascosto, su una strada del centro storico senza portici e marciapiedi, come invece tipico a Bologna, per questo patrimonio Unesco (portici su cui affacciava il ristorante arcinoto d'un tempo.
Un locale freddo e anonimo, senza pathos né calore sia da parte delle pareti, pavimenti e tavoli (arredamento) che del personale, inespressivo e robotico, frenetico e assente che ti accoglie e serve di corsa “col fiato sul collo”, facendoti sentire del tutto un corpo estraneo, un numero da eliminare prima possibile per dar spazio a un altro numero, ospite indifferente all’oste e agli altri commensali, decisamente a disagio come un pesce fuor d’acqua, costretto a star seduto fra mura e mobilio freddo e impersonale contornato da inservienti frettolosi come fossero gestiti da una AI (intelligenza artificiale) che tutto riescono nei loro compiti, professionalmente ineccepibili, fuorchè a farti sentire a tuo agio, calorosamente e piacevolmente ben accolto.
Un’esperienza conclusa nello scontro inatteso e crudo con una nuova realtà che lascia solo delusione e rigetto, dopo più di 30 anni trascorsi felicemente nello storico ed amato ristorante di via Broccaindosso frequentato con piacere e spirito amichevole più volte all’anno in coppia, in famiglia e finanche riempiendolo integralmente con amici e soci dell’Accademia Italiana della Cucina e dell’A.I.S.
Chapeau invariato al grande chef Mario, amico d’un tempo di cui spero conservare l’amicizia, nonostante la presente sincera ma ahimé critica recensione del nuovo locale.
Con la solita franchezza che mi contraddistingue, ben nota a lui e...ad altri amici collaboratori, fornitori, frequentatori del ristorante Scacco Matto in via Broccaindosso, che ha segnato una pietra miliare nella storia della ristorazione bolognese, e che come me hanno valutato e si sono allontanati loro malgrado da questa nuova creazione .
Con immutato affetto e stima per Mario Ferrara, tanto gli dovevo per onestà, trasparenza e lealtà dopo l’esperienza di poche settimane fa (31.1.25) nel nuovo locale ove non mi sono sottratto, durante la mia permanenza, dal rilevargli il mio disagio e disappunto per quanto ora più dettagliatamente descrittogli.
Giulio S
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15 Febbraio 2025
6,0