30/01/2025: Premetto, ho vissuto e mi sono sposato ad HKG quindi le mie aspettative sono sempre sopra la norma e onestamente devo dire che il cibo non è per niente male.
Buona la peking duck, ma la pelle croccante deve essere messa di lato e non sulla carne che l'affloscia col calore. Piatti nella quale è servita scomodi, non hanno lo spazio per rollare gli involtini di farina di riso e la julienne di carota, sedano e cipollina poco fresca.
Purtroppo siamo a Roma e non a Milano, quindi capisco che strafare qui non paga perchè gli avventori romani non hanno nella loro anima quel qualcosa di gentile che permette l'eccellenza.
L'unica cosa che ha stonato è il personale. Prima di tutto una curiosità, non sono abituato a vedere personale indiano in un ristorante cinese, ma soprattutto schizzati, sempre in movimento da non notare nemmeno i clienti e le loro necessità. Distratti e approssimati, mi hanno sbagliato due ordini.
Il maitre di sala, tutto tirato come se fosse in uno stellato, da solo ordini e non tocca un piatto nemmeno col mignolo.
Lo Chef Lin Sang Chu, con alle spalle dal Peninsula a Kowloon, Parigi, Londra, si parcheggia a Roma? Mah
L'ho intravisto uscire dalla cucina un paio di volte guardandosi bene di passare per i tavoli per poi vederlo uscire alla chetichella con una busta di plastica in mano verso le 11 pm.
Personale di sala senza un sorriso, orfani di calore e sicuramente non client oriented.
Ripeto, da provare sicuramente, da tornarci boh, forse si....
09/12/2024: Sorto sulle ceneri del mitico Ruy Yuu, di craxiana memoria, questo bel ristorante ha tutti i requisiti per avere fortuna.
Da non perdere la passeggiata degustazione di ravioli, presentati in crescendo di sapori.
Da provare i crakers di pollo al curry, le capesante grigliate, l’anatra alla pechinese (qui un aiutivo da parte di uno dei tanti camerieri non sarebbe male), gli spaghetti saltati con frutti di mare.
Deludenti, per il gusto nostrano, i dolci, pur splendidamente impiattati.
Conto un po caro.