16/06/2025: Ode all’Antico Caffè Nazionale
(parte seconda)
Che dir di Daniela
dalle dodici dita?
Che compulsa cibi
concitatamente?
Che adatta alternative
ad avventati avventori?
Che spariglia speranze
di sparuti sperimentatori?
Tanto per cominciare,
sgombriamo i versi
da aggettivi ludici
e teratologici,
che le dita son dieci
e non dodici,
ma corrono veloci
come fossero di più.
Corrono così
da quando, in gioventù,
la madre le soleva ripetere:
“Te, tu, ti devi impegnare
al centoventi per cento,
se solo vuoi fare
metà del tuo dovere.”
Non era nata per la ragioneria,
la mamma di Daniela;
la contabilità non faceva per lei;
neanche la filosofia hegeliana,
malgrado assoluti e contraddizioni,
perché erano altri assoluti
e altre contraddizioni.
Era, piuttosto,
la vastità foglierbosa
di chi ha l’anima
senza confini e grande,
come gli oceani e il cuore di Daniela.
25/05/2025: Ode all’Antico Caffè Nazionale
La chef Mirella
merita
una stella.
Messer Nicolò
invece
non so,
ma le sue centrifughe
sono le più buone e ignifughe (*)
di tutta Vicenza.
Pazienza,
messer Nicolò.
Prima o poi,
qui da voi,
gioirò escargot.
(*) È nella natura di (quasi) tutte le centrifughe poter spegnere incendi: quelle di Nicolò risultano particolarmente ignifughe per la generosità, nel senso di abbondanza, delle medesime. Per altro, sappia chi legge che colui che scrive ha avuto esperienza, in altri luoghi e in altri tempi, di una centrifuga callifuga, di consistenza pomatosa e spalmabile.