A little gem, a beautiful place both externally and internally, With particular furnishings, cared for and original.
The food is excellent, all cooked with skill. The quality-price ratio is excellent, top service, wines with a good choice of excellent quality.
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Mauro Barbero
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16 Giugno 2025
10,0
Interesting place, both in terms of decor and culinary offerings. Traditional cuisine, well-studied. Jovial and friendly manager, attentive to local realities and the customer experience, welcomed in a very homely environment.
We chose the tasting menu, with 3 appetizers, first course, second course, dessert and coffee, with wine and water included.
Marzio Scanavino
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01 Giugno 2025
10,0
Il Re d'egli Ignoranti é un gran personaggio: saggio, simpatico ed esperto della cucina, dell'enologia e delle tradizioni del territorio, che racconta con sagacia, coinvolgente cultura dell'accoglienza e grandissima passione.
A San Martino Alfieri, sulla collina dominante la riva sinistra del Tanaro, il locale si affaccia sulla Piazza del Municipio, con annessa Bottega dei Vini Comunali e chiesa patronale, con panorama sulle colline vitate e sui borghi arroccati.
Ricorda la semplicità e la convivialità delle VINERIE, che imperversavano negli anni '80 in Monferrato Roero e Langa: ambiente curato, pulito, luminoso, ordinato, accogliente, arricchito da copie giornali di inizio '900, fotografie e quadri rurali, esposizione ampia di bottiglie, arredi di arte povera.
La proposta gastronomica non è ampissima, ma ben articolata nella gamma stagionale delle portate, contenenti la riproposizione di alcuni piatti immancabili (carne cruda, insalata russa e tajarin) del territorio e con la riproposizione molto stuzzicante di alcune chicche locali (farinata, zuppa di ceci con le costine) ed alcuni elementi innovativi (crostone con pezzetti di cipolla rossa di Tropea), dessert favolosi (bonet arricchito da nocciola tonda gentile).
I vini, serviti anche a bicchiere (!) sono uno specchio esperto ed ampio della produzione monferrina, roerina e langarolo, composta con abile intreccio di must immancabili e scoperte molto interessanti.
Ho scelto La Merenda a Pranzo: un tagliere molto ben articolato, con ben 10 elementi, dove spiccavano i friciulin di patate, 2 frittatine di verdure (stupende), farinata, crostino con composta di cipolla di Tropea (dopo averne elogiato la qualità, a sorpresa, sono stato omaggiato di un piccolo e graditissimo omaggio da ridegustare a casa), accompagnato da calice di Dolcetto DOC (€ 8!)
Anche la carne cruda di vitello di fassone piemontese scelta dalla mia compagna era di ottimo livello e abbondante; i tajarin con ragout di carne non memorabili ma sicuramente sopra la media. La mia zuppa di ceci una vera chicca, sia per la consistenza della crema di ceci, che per l'abbondanza di ceci interi, cotti alla perfezione e gustosissimi.
Tra le 6 proposte di dessert abbiamo scelto il bonet: ne sono un appassionato! Sicuramente è uno dei migliori che ho degustato nella mia non più breve vita, consistenza ideale, per morbidezza e bilanciamento dei componenti, dove spiccava una copertura di pezzettini di nocciola tonda gentile, abilmente tostati.
Il titolare ha abbinato "sua sponte" un interessantissimo passito di chardonnay del Roero, che ottimamente si abbinava al cioccolato fondente.
Sono un curioso, per cui ho seguito il servizio anche sui tavoli vicini, constatando come la gioviale cameriera si spendesse nell'argomentare dettagliatamente tutte le portate sia in fase di "commanda" che in quella di "servizio", mentre il titolare illustrava ad ogni tavolo i vini abbinati, intrattenendoli anche con curiosità sulla storia e vita contadina locale, che hanno affascinato sia i commensali più giovani che quelli, la maggioranza, "diversamente giovani!
Il conto finale è stato da Vineria, ottimo rapporto qualità prezzo, a maggior ragione data l'alta qualità del cibo, dei vini e del servizio/accoglienza fornitoci.
BRAVISSIMI, veri ALFIERI del TERRITORIO e delle SUE ECCELLENZE
NB alla mia richiesta circa l'origine del nome, il titolare mi ha detto di essere nato all'inizio degli anni '80 e di essere un innamorato del suo nonno contadino e fans di Adriano Celentano, che appunto intitolò un suo long play appunto Il re degli ignorati.
La mia attenzione si era però posata sull'apostrofo in "D'egli"e ho chiesto informazione su questo particolare, la risposta è stata spontanea e convincente nella sua semplicità: " per accentuare che si trattava di un re ignorante, che quindi scriveva con errori di ortografia. Nonno e Nipote sono sicuramente ricchissimi di cultura e di passione da offrire!
Sandro C
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08 Aprile 2025
10,0