Avevo male alle gengive quella sera, era la sera di Natale e nel piccolo ristorante che si affaccia sui laghetti c'era tutto un daffare di dolci, amici, suonatori e ballerini. L'atmosfera sognante del luogo era riscaldata dal legno del locale tanto che la nebbia, già alta dal pomeriggio, non era altro che cotone disperso a ciuffi tra l'erba ghiacciata e scivolosa del prato. Il mio mal di denti si é dissolto nella musica, attutito da un'ottima grappa, non ha fatto in tempo a diventare dolore. Non avevo mai ascoltato la musica da piffero, non ne sapevo nulla e pensavo che tutti i suonatori leggendari di cui avevo sentito parlare avessero smesso di suonare, risucchiati dalle loro leggende. Invece in Val Curone se ne trovano ancora: suonano a una, a due e forse a tre voci, chi può dirlo. Quella sera mi hanno guarito. Mi hanno guarito loro e i loro balli e gli abbracci degli amici; e credo che questi laghi debbano ora cambiare nome. Diventare laghi della Benvista, del Belsuono o dei Beicuori. Non più del male, ma di quel bene che non si scorda più. Baci.