Ormai il "trend" della cascina che diventa agriturismo con spazio ristorazione si è imposto anche da queste parti, notoriamente restie a contaminazioni "modaiole".
Ma sono operazioni che portano guadagni notevoli e continueranno a proilferare.
Anche per il piacere degli avventori, che magari - come noi - si ritrovano in allegra brigata per trascorrere una serata in compagnia.
L'esterno è molto piacevole, un'antica cascina ben ristrutturata, all'interno c'è spazio per circa 25 coperti in un'unica sala nemmeno molto grande, cosicche' i decibel salgono subito di livello e occorre ulrare per riuscire a capirsi.
Cucina "casalinga" come di dice in questi casi.
SI parte con affettati misti (pero' da supermercato), gnocco fritto troppo secco e stopposo, lontano parente dei suoi simili emiliani, ottimo invece il tortino di cavolo e gorgonzola, involtini di radicchio e cipolle ripiene a completare gli antipasti (tutto sommato serviti in quantita' inferiore rispetto alle abbondanti medie della zona).
Arriva la "paniscia" novarese, la specialita' del territorio, che pero' purtroppo era nulla piu' di un risotto piuttosto annaccquato (e la conosciamo bene la paniscia), meglio le tagliatelle con il ragu' di selvaggina.
Ottimo invece il brasato al vino (ma sarebbe servita anche un po' di polenta..., visto che il - poco - pane era gia' terminato da tempo e non è stato rimpiazzato), cosi' come la rustida, altra specialita' di queste terre.
Dessert con sformatino caldo di cioccolato, bollicine di prosecco e anche di bonarda a condire il tutto, servizio sprint e simpatico, prezzo un po' altino (45 euro a testa) mettendo assieme tutto.
Tutto squisito. Abbiamo concordato un menu di vari antipasti e un primo (risotto al vino e formaggio- davvero ottimo!). Ambiente familiare e molto cordiale