Impronta D'acqua In

Percorrendo quel (brutto) pezzo di Aurelia che collega Chiavari e Sestri Levante si trova questo anonimo fabbricato che visto da fuori potrebbe insospettire il viandante affamato alla ricerca di una stella Michelin. All'ingresso neanche un campanello, ma subito ci viene aperta la porta da una gentile signora che ci fa accomodare in una sala sobria, ma anche elegante. In fondo ad essa, dietro un grande vetro, la cucina a vista è abitata da una numerosa brigata di toque blanche. Quattro menù degustazione tra i quali, volendo, è possibile anche estrapolare singole voci. Una sommelier spiritosa e molto preparata ci suggerisce abbinamenti perfetti per ogni piatto. La cucina è sofisticata ed elaborata, a volte forse azzardata, quasi volesse soddisfare a tutti i costi la missione audace dello chef, ma, bisogna ammettere: ogni pietanza rispetta la promessa. I sapori sono decisi e precisi. Un pranzo molto più che soddisfacente nonostante questa ricerca rigorosa del tecnicismo tolga, almeno per quanto ci riguarda, sentimento e intensità all'esperienza complessiva. Bisogna tornarci almeno una volta ogni stagione per sperimentare i nuovi menù.

Se la sera allo stellato deve essere un viaggio, qui l'avventura è assicurata. Un lungo e intrigante viaggio tra sapori antichi e nuovi, con qualche chicca inattesa (come la semplice insalata dell'orto) e molti piatti di sapienza. Innovazione e tradizione si amalgamano. Personalmente, da rivedere le consistenze di astice e polpo ma la serata è sublime