Otoro81 In Napoli

Infrasettimanale caldo di agosto ma questo è il periodo in cui la vivibilità della nostra città raggiunge livelli eccelsi in questo mese in cui anche il parcheggiatore abusivo si fa le sue meritate ferie al mare mentre tu che sei un professionista devi pregare per farti 15 giorni. Stasera la scelta del locale è affidata ad uno chef emergente in odore di stella Michelin ed una delle migliori sommelier italiane. Per un passaggio veloce a Napoli ci invitano in questo fusion giapponese. Partiamo dalla zona, un tempo io amavo vico belledonne in quanto teatro di serate semplici all’insegna del relax tra una chiacchiera ed un bicchiere di vino…poi si è inquinato grazie a quello che è ormai la nuova rivoluzione sociale degli ultimi 10 anni, cioè l’ appiattimento totale. Per questo appena entrato posso apprezzare la poesia dantesca decantata dal tavolo in prossimità del mio con quella passione che copre anche le chiacchiere degli altri commensali ed ormai quello che accende il mio istinto omicida: il cameriere simpatico che mi da del tu. L’apice della serata si è raggiunto quando chiedo allo stesso cameriere di sterilizzarmi un ciuccio caduto a terra: me lo riporta in una tazzina calda e prima di porgermela mi ricorda l’elevata temperatura dell’acqua in cui è immerso il ciuccio ponendoci il dito indice all’interno, premio Nobel per la sterilità 2024.La location onestamente non l’ho capita. Un misto di ecletticità con questa terrazza con tavolini e sedie scadenti. Una volta aperto il menu mi rendo conto che sono due ristoranti, Magnolia ed otoro, noi optiamo per il giapponese. Tutto fantastico tranne i gamberi in tempura. Il misto di nigiri e sashimi davvero notevole, il set di rolls dello chef era una bellissima esplosione di freschezza con un contrasto di sapori davvero interessanti (mi hanno ricordato quelli dell’Onaka Restaurant di Nizza). Un plauso va fatto comunque alla preparazione ed alla presentazione del cibo, molto distante dalla mediocrità del classico giapponese a cui siamo abituati. Il tutto veniva annaffiato da tre diverse bollicine scelte dalla nostra sommelier, naturalmente eccellenti per lei, ma sarà che io certi sapori non sono proprio abituato a gustarli e pertanto non posso giudicare male. Ormai non sazi è abbastanza annoiati ci alziamo dal tavolo per pagare un bel conto di circa 600 euro per 7 persone. Nel guadagnare la porta mi fanno notare la presenza nel ristorante di una tizia inutile appellata come “fashion blogger” e lì, capisco che devo anche a lei l’inutilità di questo posto che rispecchia perfettamente ciò che la società richiede: l’esclusività. Si instaura anche una competizione testosteronica di ipotetici contendenti e vengo anche battuto dall’amico Pasquale sul versante estetico. La serata non può finire peggio. Salgo la scalinata dell’uscita del locale, la porta si chiude e so che difficilmente ci rivedremo.

The quality of the raw materials is undisputed, a fun wine list (I also found an Aglianico vinified in white) and a refined but not exaggerated environment. The welcome at the restaurant upon entry could be managed with greater attention to the customer (they were not rude but not particularly polite I must say). The dishes are prepared with care, the only flaw being the "mini lobster burgers" are really mini but above all very anonymous in taste. Overall a great sushi restaurant.

Ottimo qualità e rispetto della materia prima. Il nuovo chef fa la differenza. Abbiamo Ordinato dietro consiglio di Alessandro che ci ha anche guidato nella scelta del vino. Ottimi incrudì e le tartare, roll molto buoni - la prossima volta credo che seguirò la degustazione proposta dallo chef. Dolce superlativo. Ogni volta che torneremo a Napoli faremo tappa fissa.